Dal 2001 al 2004 Luca Molinari è membro del comitato scientifico della Triennale di Milano e curatore della sezione architettura. L’operato di questi quattro anni mira a ricostruire in maniera problematica un contatto diretto con la realtà nazionale attraverso un sistema di mostre ed eventi volti a comprendere e interagire con la cultura progettuale italiana, non come fenomeno per i soli specialisti ma come elemento sociale attivo di confronto.
In consonanza con la XX Triennale La Memoria e il Futuro, l’azione curatoriale indaga principalmente tre fronti tematici: la città in cambiamento come luogo di riflessione generale; l’architettura italiana come elemento su cui intervenire con una serie di azioni pubbliche; un sistema di piccole mostre e convegni/eventi per aprire il sistema Italia al sistema culturale internazionale.
Tra il 2001 e il 2003 tre grandi mostre riflettono sulla città contemporanea nel suo farsi mediante sistemi espositivi in cui impianto progettuale, progetto grafico e relazione con la conoscenza esposta sono al centro dell’intervento: USE – Uncertain State of Europe (a cura Multiplicity); Effetti Collaterali (a cura Luca Molinari) e Asfalto (a cura Mirko Zardini).

Durante l’esperienza in Triennale, Luca Molinari cura la prima ri-edizione della Medaglia d’Oro per l’Architettura Italiana (2003), premio interrotto dal 1973 che punta a promuovere l’architettura contemporanea come costruttrice di qualità ambientale e civile, alla sua diffusione in Italia e all’estero e alla verifica periodica dello stato della produzione nel Paese. Il Premio, con cadenza triennale, è ripartito in Medaglia d’Oro all’Opera, Opera Prima, Committenza Pubblica, Committenza Privata e Critica.

Nell’ultimo anno (2004-2005) la serie di incontri mensili Cantieri aperti ha il merito di mettere dichiaratamente in mostra la grande architettura pubblica italiana con l’obiettivo di mettere in luce la complessità del fare architettura in Italia mettendo ogni volta in dialogo le parti coinvolte: committente, progettista, impresa e strutturista.

A completamento dell’attività espositiva sono ospitate alcune importanti mostre come: Olivetti. Città e architettura, Nuova Architettura Tedesca, Austria West, Città e disegno. Architettura Portoghese, Volti nuovi per teatri antichi, Passaggio al moderno. Architetture di fondazione dall’Italia all’Oltremare integrate da incontri che hanno portato a Milano, anche per la prima volta, molti degli autori europei di maggior interesse per la città.

Per la definizione degli spazi espositivi e in occasione di alcuni allestimenti Molinari sostiene alcuni piccoli concorsi a inviti per giovani architetti italiani (tra gli altri: Cliostraat, A12, Ghigos, ma0, Avatar, Fabio Novembre, Servino, Alessandro Scandurra, nicole_frv, UFO, Molteni, PARK, 99IC) per ampliare infine la possibilità di accesso e intervento di progettisti alle prime esperienze e ritornare a una delle più esaltanti tradizioni di Triennale, palcoscenico e campo di sperimentazione per l’opera prima di autori emergenti.

La prima Festa dell’Architettura curata da Molinari presenta con i suoi incontri, presentazioni di libri, visite guidate, letture pubbliche, cinema, open degli studi più importanti o emergenti rappresenta una delle prime occasioni mai prodotte in Italia di proporre e vivere l’architettura come occasione diffusa, materia sociale da discutere in maniera più ampia e aperta.