L’architettura è spazio concreto, cosa positiva che si costituisce con la città dove fatti privati e fatti collettivi partecipano alla trasformazione della natura con l’azione della ragione e della memoria. Qualunque oggetto dell’uomo, monumento o tana, non può eludere un suo rapporto con la città, luogo di rappresentazione umana.
Gae Aulenti, 1972

La ristrutturazione dell’edificio in via Cappuccio, nel cuore medioevale di Milano, oltre ad essere l’ultima opera domestica completata da Gae Aulenti prima della scomparsa , mantiene alcuni elementi caratteristici del progetto d’interni italiano del secondo dopoguerra e mette in evidenza i talenti dell’architetto friulano. Nelle aree comuni Aulenti si concentra su pochi, significativi elementi capaci di generare un’azione narrativa montata per frammenti paradossali e introdurre l’ingresso a i sei appartamenti in cui ogni dettaglio è parte integrante di una composizione finemente disegnata, e persino prototipata, in cui preesistenze e necessità dell’abitare contemporaneo dialogano in maniera originale.

CASA IN VIA CAPPUCCIO 8. Un progetto di Gae Aulenti a Milano
Fotografie © Federico Brunetti
Testi: Luca Molinari e Anja Visini

ISBN 979-12-200-1037-5