Le città si costruiscono per soglie e luoghi di confine che cambiano nel tempo seguendo la Storia e quelle tante forme di desiderio che spesso si concretizzano nei nostri territori costruiti. Questo è avvenuto in maniera molto potente a partire dal secondo dopoguerra italiano che ha dato forma alle città che abitiamo oggi.

La mostra raccoglie i lavori fotografici di almeno tre generazioni che, a partire dal secondo dopo-guerra, hanno documentato e raccontato la città di Bari e del suo territorio attraverso le profonde trasformazioni di quegli anni. Insieme a questi materiali d’autore, arricchiscono il racconto album di famiglia fotografie private e documentari; tutti materiali capaci di raccontare quel paesaggio complesso rappresentato da Bari e dal suo territorio. Non si tratta di una semplice narrazione di un fenomeno locale, ma della metafora del Sud Italia e di come il nostro territorio nazionale sia cambiato sotto la spinta di un desiderio sociale inarrestabile.

Il racconto si snoda in quattro soglie narrative e visive centrali che si susseguono in una progressione cronologica: Bari e il suo territorio nel secondo dopo-guerra. La fotografia antropologica e di denuncia nei lavori di Domenico Notarangelo e di Cecilia Mangini. Il boom economico e la febbre di modernità nell’immaginario collettivo: album di famiglia, documentari. Viaggio in Italia: la fotografia di Carlo Garzia. Il risveglio della post-modernità: lavori fotografici di Francesco Colella, Ilaria Ferrara, Teresa Giannico e Piero Percoco.

  1. Francesco ColellaProgetto e cura della mostra
    Luca Molinari Studio
    Luca Molinari
    Maria Antonietta Santangelo
    con Michela FrontinoProgetto di allestimento
    Vincenzo Paolo Bagnato, bdfarchitetti
    Domenico Pastore, (dp)ª STUDIOProgetto grafico
    Giuseppe Romagno

    Catalogo
    Of(f) the archive

 

Fotografie in mostra
Archivio AAMOD
Archivio Oggetti Smarriti
Archivio Notarangelo
Archivio fotografico Album di famiglia
e
Francesco Colella
Ilaria Ferrara
Carlo Garzia
Teresa Giannico
Piero Percoco