La mostra come laboratorio è il risultato di un lungo dialogo e confronto intellettuale con il direttore Luigi Gallo e, insieme, con una serie di artisti e progettisti chiamati a rileggere la ricchezza di un patrimonio architettonico esistente, applicando uno sguardo anomalo, contemporaneo e originale sul palazzo visto come risorsa e fonte di riflessione che attiva nuovi capitoli di un dialogo che si rinnova.

I quattro lati delle sovralogge sono al centro di un’importante collaborazione con l’Isia di Urbino, la sua direzione, gli allievi e alcuni degli artisti e autori che collaborano con l’istituzione.

I quattro lati delle sovralogge sono al centro di un’importante collaborazione con l’Isia di Urbino, la sua direzione, gli allievi e alcuni degli artisti e autori che collaborano con l’istituzione.

I corrispondenti quattro capitoli riguardano: il palazzo come organismo vivente e abitato dalle opere, dal pubblico, dalla direzione e dai tecnici, con una ricerca coordinata dal fotografo italo-tedesco Armin Linke; le macchine di Francesco di Giorgio Martini, riprodotte nelle formelle originariamente poste sulla facciata d’ingresso del palazzo, che vengono re-immaginate dall’illustratore Guido Scarabottolo; l’inventario degli elementi principali che compongono l’edificio – come le chiavi di volta, i camini, le finestre, le porte, gli intarsi, le finiture decorative, i pavimenti, le scale – riprodotto con minuzia scientifica dal corso di fotografia diretto da Paola Binante; il palazzo come libro aperto, percorso narrativo e simbolico attraverso le scritture che lo abitano e che vedono i caratteri tipografici progettati al pari degli spazi che li ospitano, grazie al lavoro di Jonathan Pierini e Radim Peško.

Se i quattro lati viaggiano in profondità su alcune materie del palazzo, gli angoli diventano momenti in cui il monumento urbinate viene guardato nella sua totalità. Partendo da un’introduzione tematica, necessaria, alla mostra, gli altri tre capitoli costruiscono un dialogo con altrettanti autori che consente di guardare al palazzo come macchina universale e attuale.

Il primo incontro è con Sara Marini e Alberto Petracchin e riguarda Giancarlo De Carlo. Il secondo dialogo avviene con Franco Purini, che ci aiuta a riflettere sul palazzo come macchina matematica e geometrica, in cui la relazione tra le parti e il tutto ha generato la bellezza armonica dell’edificio. Nel terzo incontro, Annalisa Metta ci porta a leggere il palazzo come sequenza di spazi interni che costruiscono continue relazioni visive e simboliche con il paesaggio che l’edificio osserva e domina.

In questi interventi analisi e sintesi si compenetrano, e l’allestimento della mostra, immaginato da Francesco Librizzi, lavora per armonizzare le voci differenti e portarle a un tono attento e rispettoso per il luogo in cui sono inserite.

 

Galleria Nazionale delle Marche Palazzo Ducale, Urbino

Direttore

Luigi Gallo

 

Mostra e catalogo a cura di

Luca Molinari

 

in collaborazione con

Federica Rasenti

 

Assistente alla curatela

Alessandro Virgilio Mosetti

 

Coordinamento Scientifico

Federica Rasenti

 

Organizzazione della mostra

Galleria Nazionale delle Marche, Urbino

 

Ufficio mostre

Giovanni Russo

Valentina Catalucci

Andrea Bernardini

 

Ufficio comunicazione

Stefano Brachetti

Francesca Federica Conte

Antonella Bigonzi

Claudio Ripalti

 

Progetto di allestimento

Francesco Librizzi

con la collaborazione di

Anna Carcano

 

Progetto grafico

SS16 Graphic & type design practice

Jonathan Pierini, Francesco Delrosso

 

Allestimento

Exibiz – divisione EFB srl

 

Mostra realizzata con il patrocinio di

Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli

Scuola di dottorato in Scienze dell’architettura dell’Università la Sapienza di Roma

ISIA URBINO – Istituto Superiore per le Industrie Artistiche

 

Con il supporto di

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