Attraverso l’apparente leggerezza del fumetto ARCHITETTURE RESISTENTI. Per una bellezza civile e democratica racconta il viaggio della giovane giornalista Beni Ponti in alcuni edifici simbolo dell’architettura italiana.
Chiamata a intervistare l’architettura come se fosse una persona in carne e ossa, Beni inizia le sue ricerche grazie al supporto di due amici, l’architetto Zò e il professore Luca Donato, che l’aiuteranno a comprendere una selezione di architetture sostenibili e “resistenti” che rappresentano qualcosa di più di una semplice costruzione. Questi edifici sono forma concreta di storie contro la violenza e lo spreco del territorio, monumenti della cultura dell’abitare civile e comunitario.
Dicono i protagonisti, “Le Architetture Resistenti come l’acqua, la terra, l’aria che respiriamo, fanno parte del nostro quotidiano e ci aiutano a vivere meglio. Sono militanti, coraggiose, visionarie, celebrano la voglia di resistere: al fascismo, alla speculazione, all’economia selvaggia, all’ingiustizia, alla devastazione dell’ambiente […] Rifiutano la spettacolarizzazione e la monetizzazione della realtà, la concezione degli architetti come divi dello spettacolo, la moda effimera e superficiale. Ritrovano etica e creatività, diritti ed innovazione, bellezza e futuro, partecipazione e consapevolezza, l’architettura come mezzo e non come fine, o forse solo come bene comune.”

Tra i progetti: lo stabilimento Olivetti a Pozzuoli (Luigi Cosenza, 1951-1954) il Museo dell’Olocausto nella Risiera di San Sabba a Trieste (Romano Boico, 1975), il Parco Archeologico di Selinunte a Trapani (Franco Minissi, Pietro Porcinai, Arena, 1966-71), il Museo Itavia della Memoria a Bologna (Christian Boltanski, 2001-2007), l’Auditorium a L’Aquila (Renzo Piano, 2009-2012), il Giardino degli Incontri nel carcere di Solliciano a Firenze (Giovanni Michelucci, 1999-2007), i Collegi del Colle a Urbino (Giancarlo De Carlo, 1962-1966)