Il Polo Ospedaliero di Monteluce, strategicamente collocato su una delle colline che fronteggiano la città storica di Perugia, a pochi passi dalla cinta muraria, è dismesso alla fine degli anni Novanta. Nel 2005, BNL Fondi Immobiliari ed Europa Risorse chiamano Luca Molinari a progettare il concorso internazionale per la riconversione di quest’area di circa 75.000mq. L’intervento s’inserisce in un periodo di cambiamenti intensi per la città, segnato dalla realizzazione del “minimetrò” di Jean Nouvel e dall’ampliamento dell’aeroporto “San Francesco d’Assisi” di Gae Aulenti.

La selezione internazionale dei progettisti invitati comprende Abalos & Herreros, Massimiliano Fuksas, Lacaton & Vassal, MVRDV, Dominique Perrault, Italo Rota, Bolles – Wilson. A tutti viene chiesto di sviluppare una proposta che dialoghi in maniera serrata con il contesto, per mettere finalmente in discussione una struttura urbana suddivisa in isole troppo rigidamente separate, a partire dalla contrapposizione tra Perugia Alta e Bassa. La riconversione prevede da un lato il mantenimento di alcuni dei fabbricati esistenti (oltre alla Chiesa, il blocco dell’ex-convento, un padiglione ospedaliero e la cappella dell’ospedale), oggetto di restauro e risanamento conservativo; dall’altro la demolizione dei restanti edifici per l’introduzione di nuove funzioni (residenziale convenzionata e libera, commerciale e uffici) per 65.000 mq. Il brief prevede che l’area sia caratterizzata anche da un’ampia dotazione di spazi pubblici: 10.500 mq di verde e 9.500 mq di piazze e spazi pedonali.

Oltre agli attori pubblici e privati del Comune di Perugia, della Soprintendenza, di BNL Fondi Immobiliari e di Europa Risorse la giuria è composta da: Axel Sowa, direttore de’ L’Architecture d’Aujourd’hui, Andrea Branzi e Luis Hortet, direttore della Fondazione Mies van der Rohe. La proposta vincitrice è quella dello studio Bolles+Wilson di Monaco per il “rispetto e la sensibilità della scala di Monteluce”, la sua “compatibilità morfologica con la struttura urbana perugina e l’attenta relazione con il paesaggio umbro”.