La rappresentazione dei tre mondi dell’aldilà della Divina Commedia (1320) di Dante Alighieri ha ispirato molti artisti, illustratori e scienziati visionari nel corso dei secoli. Da Botticelli a Galileo, passando per Gustave Dorè e Salvador Dalì, ci sono stati artisti che hanno cercato di riprodurre e dar forma ai luoghi, alle atmosfere e ai paesaggi descritti nei capolavori italiani. L’architetto razionalista Giuseppe Terragni (1904-1943) fu il primo architetto a interpretare il poema di Dante attraverso il progetto mai costruito del Danteum a Roma. Terragni con Pietro Lingeri ha interpretato il viaggio di Dante come un monumento architettonico dotato di elementi spaziali, spirituali ed esperienziali, resi tangibili dagli strumenti dell’architettura.

Sezione Divina. L’Architettura Italiana per la Divina Commedia è una mostra ideata per la prima volta da Luca Molinari e curata da Luca Molinari e Chiara Ingrosso che invita gli architetti italiani a rappresentare l’escatologia di Dante. La relazione visiva e intellettuale tra il mondo Dantesco e una sua interpretazione contemporanea può essere usata come occasione per una più ampia riflessione tra la relazione instabile tra narrazione e immagine.

Più di settanta architetti di generazioni differenti hanno generosamente risposto all’invito di Molinari e hanno creato una personale, spesso sorprendente, interpretazione dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso. Tra gli autori in mostra, per citarne solo alcuni: Francesco Venezia, Paolo Portoghesi, Cherubino Gambardella, Aimaro Isola, Francesco Librizzi, Ugo La Pietra, Maurizio Navone, Andrea Branzi, Michele De Lucchi e Franco Purini.

Divina Sezione è stata esposta per la prima volta nelle meravigliose camere della Reggia di Caserta (8 Marzo – 16 Aprile 2018) con un progetto di allestimento a cura di Simona Ottieri. La mostra è successivamente accolta a Palazzo dei Trinci, a Foligno, (27 aprile – 17 giugno 2018), città umbra che ha visto nel 1472 la prima stampa della Divina Commedia.